Robert Mapplethorpe. Le forme del desiderio a Palazzo Reale Milano
Arriva a Palazzo Reale con un’ampia e inedita selezione delle opere più iconiche, potenti e audaci, la mostra Robert Mapplethorpe. Le forme del desiderio, dedicata a uno dei fotografi più originali, raffinati e controversi del XX secolo.
Un’occasione unica per riscoprire la sua visione estetica, tra perfezione formale, sensualità e tensione fisica, dove il corpo diventa simbolo di bellezza assoluta e linguaggio artistico universale.
La retrospettiva, curata da Denis Curti, è il secondo atto di una trilogia di mostre dedicate all’artista, inaugurata a Venezia a Le Stanze della Fotografia e destinata a proseguire a Roma. Ogni tappa esplora un diverso aspetto della sua ricerca: a Milano protagonista è la forma, la luce, la mimesi greca che attraversa i suoi nudi maschili e femminili come una riflessione sulla perfezione e sul desiderio.
Una mostra promossa da Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte in collaborazione con la Fondazione Robert Mapplethorpe di New York.
L’esposizione rientra nel programma culturale dei Giochi Olimpici Invernali Milano Cortina 2026.
Visite guidate
Le visite guidate Ad Artem alla mostra Robert Mapplethorpe. Le forme del desiderio offrono un percorso di approfondimento tra arte e identità, alla scoperta della bellezza come forma di libertà.
Con le nostre guide, il pubblico potrà leggere la fotografia di Mapplethorpe come un dialogo costante tra corpo e scultura, luce e ombra, desiderio e perfezione.
Per info e prenotazioni, è possibile scrivere a mostre@adartem.it
Quando?
Dove?

Nell'immagine: Robert Mapplethorpe, Thomas, 1987, © Robert Mapplethorpe. Used by permission
Mostra Mapplethorpe: forma, corpo e identità nella fotografia del Novecento
La mostra Mapplethorpe a Palazzo Reale Milano rappresenta un’occasione unica per attraversare l’intera carriera di Robert Mapplethorpe, uno dei fotografi più influenti, discussi e riconoscibili del XX secolo. Attraverso un ampio corpus di opere, la mostra permette di comprendere come la sua ricerca abbia saputo coniugare rigore formale e tensione emotiva, classicismo e provocazione, trasformando la fotografia in uno strumento di indagine profonda sul corpo, sull’identità e sul desiderio.
Fin dagli esordi, Mapplethorpe concepisce la fotografia come un atto scultoreo. «Sono ossessionato dalla bellezza», afferma, e questa ossessione attraversa tutta la sua produzione. Nelle immagini presenti in una mostra dedicata a Mapplethorpe, la luce non è mai neutra: scolpisce i volumi, definisce i muscoli, modella superfici e pieghe, conferendo ai corpi una presenza monumentale e senza tempo. Il riferimento al mondo classico, alla statuaria antica e all’idea di armonia ideale è costante, ma viene reinterpretato con la sensibilità di un artista pienamente contemporaneo.
Il corpo umano è il vero protagonista della mostra Mapplethorpe. Che si tratti di nudi maschili e femminili, di ritratti o di autoritratti, il corpo diventa un linguaggio visivo capace di esprimere identità, forza, vulnerabilità e desiderio. Nei celebri scatti dedicati ai modelli atletici, la perfezione formale si accompagna a una forte carica sensuale, mentre nei ritratti di figure iconiche – da Patti Smith a artisti, musicisti e intellettuali del suo tempo – emerge una tensione intima che va oltre la semplice rappresentazione del soggetto.
Un aspetto centrale della ricerca di Mapplethorpe, ampiamente esplorato in mostra, è il rapporto tra forma ed equilibrio. Ogni immagine è costruita con estrema precisione: la composizione è geometrica, calibrata, essenziale. Nulla è lasciato al caso. Questa attenzione al valore formale avvicina il suo lavoro alla scultura e all’architettura, rendendo la fotografia un mezzo capace di dialogare con le arti plastiche. Allo stesso tempo, Mapplethorpe mette in discussione le convenzioni sociali e culturali legate al corpo, al genere e alla sessualità, facendo della fotografia uno spazio di libertà e di affermazione individuale.
La mostra Mapplethorpe approfondisce anche il tema dell’identità, intesa come dimensione fluida e in continua trasformazione. Negli autoritratti, l’artista mette in scena se stesso attraverso pose studiate e simboli provocatori, interrogando il confine tra immagine pubblica e dimensione privata. Nei ritratti dei suoi modelli, il corpo non è mai un semplice oggetto dello sguardo, ma diventa soggetto attivo, portatore di una presenza intensa e consapevole.
Accanto alle figure umane, trovano spazio in mostra le celebri fotografie di fiori, apparentemente lontane dall’erotismo dei nudi, ma in realtà profondamente connesse alla stessa ricerca. Calle, orchidee e tulipani vengono ripresi come corpi vivi, pulsanti, carichi di ambiguità e sensualità. Anche qui, la luce e la composizione trasformano la natura in una forma assoluta, sospesa tra purezza e materia.
In occasione delle Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026, la mostra Mapplethorpe dialoga idealmente con il tema del corpo come luogo di disciplina, energia e perfezione. Così come nello sport, anche nella fotografia di Mapplethorpe il corpo è il risultato di tensione, controllo e ricerca costante dell’equilibrio. Questo parallelo rende la sua opera sorprendentemente attuale, capace di parlare al presente attraverso un linguaggio visivo potente e senza compromessi.
La mostra invita il pubblico a confrontarsi con un artista che ha fatto della bellezza una forma di conoscenza, spingendo lo sguardo oltre i limiti della rappresentazione per interrogare ciò che rende il corpo umano un luogo di significato, desiderio e verità.